domenica 1 marzo 2020

mercoledì 4 marzo 2020




HARD TO BE A GOD

di Aleksej German
2013


Trasposizione dell'omonimo romanzo dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij, autori di numerose opere di narrativa speculativa tra cui Picnic sul ciglio della strada, da cui Tarkovskij trasse Stalker, è l'ultimo film del regista. Alcuni scienziati partecipano a una spedizione sul pianeta Arknar, dove regnano  incontrastati brutalità e sfruttamento.

mercoledì 27 marzo 2019

mercoledì 27 marzo 2019




DENCHU-KOZO NO BOKEN (LE AVVENTURE DEL RAGAZZO DEL PALO ELETTRICO)

di Shinya Tsukamoto,
1987


Giappone. Uno studente convive con una deformità: ha un palo elettrico che gli sbuca dalla schiena. Un giorno è aggredito da tre ragazzi, ma l’intervento di Momo, una studentessa, lo libera dalle offese. Hikari, questo il nome del ragazzo, per sdebitarsi le offre la sua macchina del tempo e per dimostrazione l’accende, ma finisce trasportato nel tempo.

mercoledì 20 marzo 2019

mercoledì 20 marzo 2019




Film di ALBERTO GRIFI


IL MANICOMIO - LIA (1977)

IL PRETESO CORPO (1977)

DINNI E LA NORMALINA, ovvero la videopolizia psichiatrica contro i sedicenti gruppi di follia militante (1978)

ORGONAUTI, EVVIVA! (1970)

IL FESTIVAL DEL PROLETARIATO GIOVANILE ALPARCO LAMBRO (1976)



>> Il manicomio - Lia (1977). L'intervento di una studentessa al "controconvegno" alla Fabbrica della Comunicazione di Brera, opposto al convegno di antipsichiatria di A. Verdiglione.

>> Il preteso corpo (1977). Documentario ospedaliero sulla sperimentazione di un medicinale prodotto dal una nota casa farmaceutica su persone considerate psichiatricamente tarate che provocava una "tempesta vascolare" con orribili convulsioni. I pazienti venivano dimessi quando riuscivano a fare il saluto fascista. Trovato al mercatino della Fiera di Senigallia a Milano, firmato da Grifi come ready made.

>> Dinni e la Normalina, ovvero la videopolizia psichiatrica contro i sedicenti gruppi di follia militante (1978). La Normalina è la nuova frontiera della psichiatria: un'iniezione di questo potentissimo farmaco e i giovani contestatori vengono ricondotti alla più cieca obbedienza per un periodo che può durare fino a otto mesi. 

>> Orgonauti, evviva! (1970). In un futuro lontano un'astronave abitata da un gruppo di giovani discendenti da una minoranza "sovversiva" scampata alla distruzione della Terra, recupera una capsula in cui si è conservato il corpo ibernato di un guerrafondaio reazionario, che dopo aver causato guerra e morte, ha abbandonato la Terra ormai invivibile. 

>> Il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro (1976). 27 ore di registrazioni e 3 ore di 16mm sul festival del proletariato giovanile svoltosi al Parco Lambro di Milano nel giugno del 1976, organizzato dalla rivista "Re Nudo", presenti 150 mila persone. Inizialmente il lavoro era stato finanziato dagli organizzatori che puntavano a realizzare un film-concerto, ma in realtà il film registra la contestazione da parte dei giovani proletari degli spettacoli musicali e di tutte le merci che gli organizzatori contavano di vendere, panini, birra, libri e dischi "di sinistra".


Alberto Grifi (Roma, 29 maggio 1938 – Roma, 22 aprile 2007) è stato un regista, pittore e inventore di dispositivi video-cinematografici italiano, tra i massimi esponenti del cinema sperimentale italiano.

Esordisce filmando l'opera teatrale Cristo '63 di Carmelo Bene che però viene censurata e la registrazione, sequestrata dalla polizia, è da considerarsi perduta. Tra le sue opere principali si ricordano Verifica incerta (1964, con Gianfranco Baruchello), film di montaggio che scompone celebri film hollywoodiani suscitando l'entusiasmo di Man Ray, John Cage e Max Ernst; In viaggio con Patrizia ( iniziato nel 1965), viaggio nella poesia fonetica di Patrizia Vicinelli con musiche di Paolo Fresu nella versione postuma presentata al Festival del cinema di Roma nel 2007. No stop grammatica (1967), evento di 12 ore con una colonna sonora di pezzi di pellicola magnetica distribuiti tra la folla e poi rimontati; Non soffiare nel narghilè (1970), girato nella comune hippy di Terrasini; Anna (1972-1973, co-regia di Massimo Sarchielli), forse la più celebre delle sue opere, realizzata con il primo videoregistratore portatile open reel da un quarto di pollice arrivato in Italia e presentata nel 1975 al Festival di Berlino, alla Biennale di Venezia e al Festival di Cannes; Michele alla ricerca della felicità (1978), film sulla condizione carceraria commissionato e poi censurato dalla Rai.

Grifi ha ideato e usato negli anni '70 un particolare vidigrafo, sulla base del Kinescope sviluppato alla fine degli anni '20 del XX secolo, in grado di trascrivere su pellicola le riprese fatte sul nastro di una videocasetta, nonché il macchinario lavanastri per la rigenerazione dello stato fisico dell'emulsione dei nastri analogici e la restituzione su supporto digitale, una struttura specificatamente progettata per restaurare videonastri incisi negli anni '60-'70.

mercoledì 14 novembre 2018

mercoledì 14 novembre 2018




Z

di Constantin Costa-Gavras
1969


«Ogni somiglianza con avvenimenti reali, persone morte o vive non è casuale. È volontaria.»

In un Paese del mediterraneo non meglio identificato, un deputato dell'opposizione dopo una riunione rimane gravemente ferito alla testa, apparentemente investito da un furgoncino. Ricoverato, dopo molti inspiegabili intralci, in ospedale, il deputato muore. Per un caso fortuito, il conducente del motocarro viene arrestato: si apre il procedimento giudiziario, ma l'unica responsabilità che sembra si possa addossare all'uomo (e al compagno che era con lui) è di aver guidato in stato di ubriachezza. Il giudice istruttore incaricato del caso non è però dello stesso avviso e decide di approfondire le indagini.
Il film è ispirato agli avvenimenti che vanno dall'assassinio del deputato socialista greco Gregoris Lambrakis nel 1963 sino al colpo di Stato nel 1967 da parte dell'esercito. “Z” è l'iniziale del verbo greco ζω (“vivere”) e ha la stessa pronuncia di ζει “(lui) vive”; a seguito dell'omicidio Lambrakis la lettera veniva scritta per protesta sui muri per ricordare il deputato ucciso. Le riprese vengono effettuate in Algeria, dal momento che sarebbe stato impossibile lavorare nel 1968 nella Grecia dei Colonnelli.

mercoledì 7 novembre 2018

mercoledì 7 novembre 2018




CONCERNING VIOLENCE

di Göran Olsson
2014


Nove scene di autodifesa imperialistica. Questo è il sottotitolo di Concerning Violence, film-saggio modellato su I dannati della terra di Frantz Fanon (pubblicato nel 1961), riflessione anticolonialista e preveggente, che coniò la locuzione "Terzo Mondo" ponendosi tra i testi di riferimento per il pensiero africano. Con un'operazione analoga al precedente The Black Power Mixtape 1967-1975 (2011) Olsson recupera e riassembla materiali d'archivio inediti girati dalla tv pubblica svedese tra gli anni '60 e '70 (con un breve inserto dell'87 in Burkina Faso), approfondendo la ricerca sull'apartheid e i processi di emancipazione politica nera. Un repertorio che scorre accompagnato da corposi estratti del testo di Fanon, didascalizzato e sovraimpresso in inglese e letto da Lauryn Hill.  Ad un'illuminante introduzione all'opera di Fanon a cura della filosofa Gayatri Chakravorty Spivak fanno seguito nove capitoli che teorizzano gli esiti del colonialismo bianco in Africa e i conseguenti movimenti nazionali di liberazione. Un repertorio iconico, a tratti intollerabile, di una storia sanguinaria: la guerriglia in Angola, la testimonianza di un intellettuale torturato in carcere in Rhodesia/Zimbabwe e le dichiarazioni razziste di un colono bianco, le zone militarizzate, la repressione di uno sciopero in una fabbrica svedese in Liberia; la fede di missionari cattolici svedesi in Tanzania; scene di contesti ricreativi bianchi miste a immagini atroci di distruzione e mutilazione nella guerre di liberazione del Mozambico e Guinea-Bissau.  Il tema è la relazione tra colonizzatore e colonizzato, nella consapevolezza che la decolonizzazione non può darsi senza violenza, anche se Fanon (morto nel '61, poco dopo la pubblicazione del suo saggio) non la legittima. Il suo linguaggio è preciso, attualissimo, e si attaglia in modo sorprendente, mutatis mutandis, al contesto neoimperialista dei giorni nostri. L'epilogo è un deciso appello alla consapevolezza dei compagni neri, a che si adoperino per formare «un nuovo essere umano» e un'aperta accusa all'ipocrisia europea nel nascondere i crimini perpetrati. Un ragionamento storico e psicologico coerente interagisce in modo dialettico, mai didascalico, con un 16mm denso e introvabile, disintegrando in 85 secchissimi minuti ogni futura applicazione del "politicamente corretto".

martedì 30 ottobre 2018

martedì 30 ottobre 2018




TERRA EM TRANSE - TERRA IN TRANCE

di Glauber Rocha
1967


Terra em Transe racconta la crisi di un intellettuale alle prese con l’ascesa politica di un demagogo nel (non tanto) immaginario paese sudamericano di Eldorado.

Glauber Rocha (1939 – 1981) è stato un regista e sceneggiatore brasiliano, uno dei padri del cinéma nôvo, celebre movimento cinematografico che rinnovò il cinema brasiliano. 
Rocha approda al cinema dopo aver studiato legge e aver lavorato come giornalista e critico cinematografico. Realizza alcuni cortometraggi e nel 1962 porta a termine il suo primo lungometraggio, Barravento. Nel 1964 dirige Il dio nero e il diavolo biondo (Deus e o diabo na terra do sol) ambientato nel nord-est del Brasile: Rocha segue il tracciato della siccità attraverso una coppia di contadini alla ricerca della liberazione. Nel film appare per la prima volta un personaggio epico e popolare, Antonio das Mortes, che sarà protagonista nel 1968 dell'omonimo lungometraggio diretto da Rocha, vincitore del Prix de la mise en scène al festival di Cannes. Nel 1967 esce Terra em transe, che definisce artisticamente la mutata coscienza politica del regista. L'attività cinematografica di Rocha prosegue in patria fino al 1969, quando è costretto ad abbandonare il Brasile per la severa censura governativa.
Nel 1970 gira in Congo Il leone a sette teste; negli anni settanta lavora in Africa e in Europa, collaborando, tra gli altri, con Carmelo Bene. Nel 1975 dirige História do Brasil, film didascalico sulla storia del Brasile dalla colonizzazione spagnola e portoghese fino agli anni settanta.
La sua opera filmica è connessa con i miti e le tradizioni del popolo brasiliano e fonde verità, immaginazione e militanza politica. Il suo punto di vista manifesta palesemente la sua posizione contro le mistificazioni e le mercificazioni del sistema imperialista occidentale, di cui Hollywood rappresenta il grado massimo nella sfera della "dittatura dell'immaginario".

mercoledì 24 ottobre 2018

mercoledì 24 ottobre 2018




IL POSTO

di Ermanno Olmi
1961



Nel pieno del boom economico dei primi anni sessanta, un ragazzo di Meda, Domenico, partecipa ad una selezione di lavoro presso una grande azienda di Milano. Vive questo impegno con particolare apprensione a causa della famiglia, che si aspetta da lui che riesca ad ottenere il posto fisso con cui sistemarsi per tutta la vita.