martedì 30 ottobre 2018

martedì 30 ottobre 2018




TERRA EM TRANSE - TERRA IN TRANCE

di Glauber Rocha
1967


Terra em Transe racconta la crisi di un intellettuale alle prese con l’ascesa politica di un demagogo nel (non tanto) immaginario paese sudamericano di Eldorado.

Glauber Rocha (1939 – 1981) è stato un regista e sceneggiatore brasiliano, uno dei padri del cinéma nôvo, celebre movimento cinematografico che rinnovò il cinema brasiliano. 
Rocha approda al cinema dopo aver studiato legge e aver lavorato come giornalista e critico cinematografico. Realizza alcuni cortometraggi e nel 1962 porta a termine il suo primo lungometraggio, Barravento. Nel 1964 dirige Il dio nero e il diavolo biondo (Deus e o diabo na terra do sol) ambientato nel nord-est del Brasile: Rocha segue il tracciato della siccità attraverso una coppia di contadini alla ricerca della liberazione. Nel film appare per la prima volta un personaggio epico e popolare, Antonio das Mortes, che sarà protagonista nel 1968 dell'omonimo lungometraggio diretto da Rocha, vincitore del Prix de la mise en scène al festival di Cannes. Nel 1967 esce Terra em transe, che definisce artisticamente la mutata coscienza politica del regista. L'attività cinematografica di Rocha prosegue in patria fino al 1969, quando è costretto ad abbandonare il Brasile per la severa censura governativa.
Nel 1970 gira in Congo Il leone a sette teste; negli anni settanta lavora in Africa e in Europa, collaborando, tra gli altri, con Carmelo Bene. Nel 1975 dirige História do Brasil, film didascalico sulla storia del Brasile dalla colonizzazione spagnola e portoghese fino agli anni settanta.
La sua opera filmica è connessa con i miti e le tradizioni del popolo brasiliano e fonde verità, immaginazione e militanza politica. Il suo punto di vista manifesta palesemente la sua posizione contro le mistificazioni e le mercificazioni del sistema imperialista occidentale, di cui Hollywood rappresenta il grado massimo nella sfera della "dittatura dell'immaginario".

mercoledì 24 ottobre 2018

mercoledì 24 ottobre 2018




IL POSTO

di Ermanno Olmi
1961



Nel pieno del boom economico dei primi anni sessanta, un ragazzo di Meda, Domenico, partecipa ad una selezione di lavoro presso una grande azienda di Milano. Vive questo impegno con particolare apprensione a causa della famiglia, che si aspetta da lui che riesca ad ottenere il posto fisso con cui sistemarsi per tutta la vita.

mercoledì 17 ottobre 2018

mercoledì 17 ottobre 2018




HYPERNORMALISATION

di Adam Curtis
2016


La parola 'hypernormalization' (ipernormalizzazione) è stata coniata dall'antropologo Alexei Yurchak e introdotta nel suo libro Everything Was Forever, Until It Was No More: The Last Soviet Generation del 2006, che descrive i paradossi della vita in Unione Sovietica negli anni '70 e '80. Nel libro sostiene che sebbene tutti nell'Unione Sovietica sapessero che il sistema stava collassando, nessuno poteva immaginare un'alternativa allo status quo, e politici e cittadini erano rassegnati a mantenere la pretesa di una società funzionante. Nel corso del tempo, questa illusione divenne una profezia che si autoavvera e la falsità fu accettata da tutti come reale, un effetto che Yurchak definisce appunto 'ipernormalizzazione'.
Il filmmaker e documentarista della BBC Adam Curtis in questo suo ultimo lavoro del 2016 parte dall'analogia tra quel passaggio storico e l'eterno tracollo presente del sistema economico e politico, di cui siamo spettatori increduli e allo stesso tempo incantati, per ricostruire alcuni fili della trama complessa della storia degli ultimi 50 anni.
Il film è costruito con l'utilizzo di un'imponenete mole di materiale d'archivio, filmati storici, televisivi, interviste, l'immaginario visivo inconscio della nostra società, accompagnato dalla voce di Curtis e organizzato in nove capitoli:

1.1975
2.The Human Bomb
3.Altered States
4.Acid Flashback
5.The Colonel
6.The Truth Is Out There
7.Managed Outcomes
8.A Cautionary Tale
9.A World Without Power