lunedì 26 marzo 2012

lunedì 26 marzo 2012 - ore 21:30






STREET MOBSTER

 di Kinji Fukasaku
1972 - Giappone



Isamu Okita è un cane sciolto, che per indole, rabbia ed ego smisurato non riesce a sottostare alle ferree leggi dei clan mafiosi. L'unica regola che riesce a seguire è di essere il più feroce e di colpire duro e, soprattutto, di colpire per primo. Uno yakuza eiga diretto da colui che ha rivoluzionato il genere, Kenji Fukasaku, dipingendo una realtà cinica, impregnata di nichilismo e una violenza cruda e spietata, priva di qualsiasi eroismo o nobiltà.

martedì 20 marzo 2012

martedì 20 marzo 2012 - ore 21:30






SILENI  (LUNACY)

di Jan Svankmajer
2005 - Repubblica Ceca



Jean Berlot, giovane affetto da turbe psichiche, al ritorno dal funerale della madre, si imbatte in un Marchese che lo invita a passare la notte nel suo castello, dove si ritroverà invischiato nei suoi bizzarri esperimenti. Il geniale artista visivo Svankmajer raccoglie le suggestioni letterarie di Edgar Allan Poe e del marchese de Sade traducendoli nel suo linguaggio sincretico, satirico, depravato e intelligentissimo.

martedì 13 marzo 2012

martedì 13 marzo 2012 - ore 21:30






SANS SOLEIL

di Chris Marker
1983 - Francia



Videolettere inviate dal cameraman Sandor Krasna ad un’amica: riflessioni sui luoghi osservati (Giappone, Capo Verde, Guinea-Bissau, Stati Uniti, Islanda) e sulle forme della rappresentazione, lette ad alta visione. 

Because I know that time is always time
And place is always and only place
And what is actual is actual only for one time
And only for one place (T.S. Eliot)

martedì 6 marzo 2012

martedì 6 marzo 2012 - ore 21:30





OASIS

di Lee Chang Dong
2002 - Corea del Sud



Jond-du, uscito per l'ennesima volta di prigione, conosce la figlia della persona per la cui morte è stato arrestato, Gong-ju, una ragazza affetta da paralisi cerebrale. Dopo aver tentato di violentarla, il ragazzo, richiamato dalla giovane, se ne prende cura all'insaputa dei familiari di lei. Lee Chang Dong è capace di costruire una narrazione perfetta, esssenziale, un dramma cinico e desolante (come la visione di un'oasi nel deserto) con sprazzi inattesi di realismo magico, sostenuto da un rispetto assoluto per la miseria della verità, sullo sfondo di una Seoul luminosa e alienante.