martedì 20 settembre 2011

martedì 20 settembre 2011 - ore 21:30





SYNECDOCHE, NEW YORK

di Charlie Kaufman
2008 - USA



Caden Cotard, regista di teatro, dirige uomini e donne che si sostituiscono per mestiere a personaggi fittizi. Ma la sua ossessiva paura della morte lo spinge a concepire un progetto assai più ambizioso, forse terapeutico nei propositi, ma autodistruttivo nell’infinita, inconcludente esecuzione: attori che interpretano persone reali, cioè lui stesso e i suoi cari, nella vita di ogni giorno; e poi attori che interpretano attori che interpretano lui e i suoi cari; e poi attori che interpretano attori e via dicendo. Per Charlie Kaufman, il principio di identità è un infinito e sfibrante processo di sostituzione. E quest’ossessione interpretativa, nel tentativo di capire se stessi e il proprio dolore attraverso qualcun altro e qualcos’altro, naufraga in un delirio narcisistico soffocante. Sostituzione, travestimento e sdoppiamento, come metodi paradossali per decifrare il problema dell’identità, sono il martellante cruccio di Kaufman (già sceneggiatore di Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee, Confessioni di una mente pericolosa, Human nature, Se mi lasci ti cancello). Un manuale surreale, nerissimo e deprimente su come farsi divorare da se stessi.

martedì 13 settembre 2011

martedì 13 settembre 2011 - ore 21:30






VA' E VEDI

di Elem Klimov
1985 - URSS



Bielorussia, 1943: le truppe naziste, dirette verso la Russia, mettono a ferro e fuoco centinaia di villaggi. Un gruppo di soldati della resistenza viene a reclutare un ragazzino, per la disperazione della madre. "Con noi starà al caldo", la rassicurano. A costo di bruciare vivo. In Va e vedi si fa terra bruciata di molta retorica da war drama, non esistono eroismi ammissibili, né s'intuiscono vie di scampo. Come in Apocalypse now, la guerra è uno stato disturbato della mente, l'orrore umano il suo distillato; come ne La sottile linea rossa, alla distruzione generalizzata risponde il canto straziato di una natura edenica e remota; ma nel suo realismo viscerale, nel vivido sonoro, nell'allucinato espressionismo dei suoi attori (tutti non professionisti) e nel formalismo visivo il furioso requiem di Klimov non ha pari.


martedì 6 settembre 2011

martedì 6 settembre 2011 - ore 21:30





OUTRAGE

di Takeshi Kitano
2010 - Giappone



Uno yakuza-eiga, punto. Un film di gangster che sparano. In cui non c'è niente da scavare, non ci siano profonde riflessioni sulla vita e sulla morte, sull’arte e sulla poesia, ma solo gangster che sparano. Gangster che si uniscono, complottano, si tradiscono, si uccidono, e poi ricominciano da capo. Quello che resta della poetica di Kitano in Outrage è insomma lo scheletro del suo cinema più violento, sardonico e spietato. Un film sulla solitudine (anche di un genere) e sull’invalidità dei valore dell’usanza, dove persino un sacrosanto dito amputato come pegno risulta essere anacronistico.