domenica 24 aprile 2011 - ore 21:30
PLAYTIME
di Jacques Tati
1967 - Francia
Una giornata tra uffici asettici e glaciali, traffico metropolitano, turiste straniere e night da sabotare. Monsieur Hulot saltella da una parte all’altra, trasportato dal fato e sempre in grado di meravigliarsi: è l’unica cosa che lo rende più umano e lo distingue dalla catena di montaggio. Con le sue stramberie riesce a fare contrasto con la normalità della nostra quotidianità ed a farcela vedere in controluce, in maniera distaccata. Caso più unico che raro di kolossal comico (Tati fa sorgere alla periferia di Parigi una piccola città ultramoderna, tutta fatta di vetro e acciaio, Tativille), è un apologo contro i rischi della disumanizzazione e alienazione del mondo moderno, della schiavitù ai modi di produzione post-industriale. La stralunata poetica dell’autore e la cibernetica come stile di vita che, tra suoni rumori cacofonie e linguaggi incompatibilmente diversi, tende alla pazzia, confluiscono in una messinscena complessa e attentissima che celebra un tragicomico horror vacui della nostra normalità. Tati, uno dei più originali comici del dopoguerra, ha messo in immagini la crisi spirituale del nostro secolo.